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Nel percorso di ricerca tra teatro, memoria civile e tradizioni popolari, Simone Cristicchi approda al quarto album nella sua piena maturità artistica e consapevolezza di stile. Album  di famiglia è un’isola felice che resiste contro le dimenticanze e i cinismi del presente.

Un album che funziona come un talismano pieno di vita e che riesce a parlare anche di un tema solitamente rimosso come la morte. Così La prima volta (che sono morto), brano in gara al Festival di Sanremo, con swing e col suo sorriso surreale, Simone ci racconta un Paradiso alternativo, dove Pertini gioca ancora a carte e Pasolini gira il suo nuovo film. L’album, registrato in buona parte nella stessa casa del cantautore romano, vicino ai suoi affetti più intimi, racconta la parentela verso l’umanità tutta, la famiglia “umana” alla quale ci accorgiamo di appartenere attraverso il contatto con gli emarginati, i matti, i migranti. In Cigarettes, l’integrazione rivisitata, un documento storico diventa, inaspettatamente, cartina di tornasole per i nostri “razzismi involontari”, impliciti, inconsci. Le sol Le mar è, invece, una cartolina estiva, grottesca, da un Bel Paese eternamente in cerca d’identità, che preferisce promuoversi anziché guardare in faccia le proprie eterne contraddizioni.

L’album è un riassunto tematico di tutte le strade di ricerca percorse da Cristicchi in questi ultimi otto anni: ne I Matti de Roma, ci ricorda “che male strano che è la normalità”, canzone che è anche una tappa del raccontare la sua città, Roma, dove i matti sono “la smorfia un po’ sdentata delle strade di città”. Senza notte né giorno, storia da un passato in cui il lavoro è il rischio e la fatica di una vita intera, canzone riecheggia tutto il lungo percorso di “scavo” che Cristicchi ha fatto in questi anni con gli spettacoli legati alla vita di miniera. In Sipario rivive la magia polverosa e antichissima dello stare in scena, i mille mestieri che creano una condizione unica, effimera eppure immortale: lo spettacolo. Mondo privato e sguardo civile sono in Cristicchi lati di uno stesso metodo, sono il suo doppio movimento creativo: continuare a stupirsi del mondo e continuare a guardare dentro di sè, senza perdere mai il contatto, però, con una società che cambia, a volte in peggio (l’infanzia tradita o negata di  Scippato). La crudeltà che può attraversare il mondo dei media, pronti a farsi cannibali e giudici della vita privata delle persone, viene denunciata nella struggente Laura, canzone ispirata alla biografia e alle vicende dell’attrice Laura Antonelli, un omaggio e un monito, in forma di lettera, contro i pericoli delle “gogne mediatiche”.

Canzone Piccola, La cosa più bella del mondo, Mi manchi (quest’ultimo secondo brano dell’album presentato a Sanremo 2013) sono tre piccoli capolavori di romanticismo moderno, esempi di quella “onestà delle emozioni in musica” di cui Cristicchi è ormai un giovane maestro riconosciuto. Contro l’abbuffarsi di realtà (“Dove non si mangia con la poesia ci si abbuffa di realtà”, Sipario) Cristicchi ci porta ancora una volta a visitare all’umanità dimenticata, in storie nascoste. Ad esempio a riscoprire la complessa vicenda dell’esodo giuliano-dalmata in Magazzino 18, nome del deposito situato nel porto d Trieste che conserva moltissime masserizie abbandonate da un intera generazione di italiani costretti all’esilio. La canzone farà parte di uno spettacolo teatrale in preparazione per la fine del 2013 per il teatro Stabile di Trieste.  Nel finale dell’album, Simone ci regale la poesia Testamento di Mauro Marè (considerato uno dei più grandi poeti del secondo ‘900 nel comporre versi in dialetto romanesco) un commiato dal mondo dolcissimo e lieve, come l’aria che soffia su una collina.

TRACKLIST

1. Mi manchi
2. La prima volta (che sono morto)
3. Canzone piccola 
4. Laura
5. Magazzino 18
6. Cigarettes (feat. Nino Frassica) 
7. Senza notte né giorno 
8. Scippato 
9. La cosa più bella del mondo 
10. I Matti de Roma 
11. Le sol le mar (feat. Alessandro Mannarino)
12. Il Sipario
13. Testamento