ALAN PARSONS PROJECT – “I ROBOT”: ESCE OGGI LA LEGACY EDITION A CELEBRARE I 35 ANNI DEL GRANDE ALBUM ICONICO
La rimasterizzazione dell’album originale del 1977 ispirato all’opera di Isaac Asimov, adesso disponibile con Bonus Disc che include materiale extra e ben 9 brani mai pubblicati
L’arte del Concept Album, sviluppata e definita tra il 1976 ed il 1987 con la pubblicazione di 10 album (tutti Arista tranne uno), viene celebrata con la pubblicazione di I Robot: Legacy Edition (35° Anniversario) degli Alan Parsons Project.
L’album è disponibile in tutto il mondo da oggi 17 settembre, su etichetta Arista/Legacy Recordings.
Il primo disco della versione Legacy Recordings contiene l’album originale rimasterizzato. Il secondo disco include invece 14 brani tratti dall’archivio di Sony Music, 9 dei quali mai pubblicati.
La produzione di questa edizione è stata seguita personalmente da Alan Parsons e Sally Woolfson, figlia di Eric Woolfson, autore, manager, voce e musicista di Alan Parsons Project.
Il libretto da 20 pagine include nuove note di Alan Parsons, più i testi pubblicati nell’LP originale, foto rare di archivio e memorabilia.
“I Robot: Legacy Edition” (35° Anniversario) anticipa la pubblicazione prevista per il 2014 di Alan Parsons Project Complete Album Collection. Questa prossima release includerà tutti i 10 album originali per la prima volta in un solo prodotto, anche l’album di debutto del 1976 Tales of Mystery and Imagination: Edgar Allan Poe (20thCentury/Mercury/Universal). L’undicesimo CD, The Sicilian Defence, avrebbe dovuto essere il 4° album per la Arista, intorno al 1979/1980, ma non fu mai pubblicato (e mai ascoltato): lo sarà all’interno di questo box set.
Parsons e Woolfson si incontrarono a metà degli anni 70 negli studi della EMI in Abbey Road dove Parsons era stato assunto, alla fine degli anni 60, come assistente fonico mentre i Beatles registravano “Let It Be” e “Abbey Road”. Parsons divenne rapidamente uno dei più importanti ingegneri del suono al mondo lavorando su “The Dark Side of The Moon” dei Pink Floyd, e subito dopo un grande produttore per Cockney Rebel, Pilot, Al Stewart, John Miles, Ambrosia, e molti altri.
Woolfson era un compositore di grande talento di Glasgow, assunto da Andrew Loog Oldham a Londra. Si racconta, nella storia del rock, che Oldham chiuse Woolfson in una stanza con un piano e gli disse di non uscirne sino a che non avesse scritto una canzone per ciascun artista della classifica top 10. Woolfson lo fece e creò hit per nomi quali Marianne Faithfull, The Tremeloes, Marmalade e molti altri. Woolfson continuò la sua carriera divenendo il principale compositore, autore di testi e spesso anche tastierista e vocalist per Alan Parsons Project, oltre ad agire quale manager. Quando il gruppo si sciolse la sua carriera continuò nei teatri di tutto il mondo.
Appena si incontrarono, Parsons chiese a Woolfson di accompagnarlo nella sua nuova carriera da produttore e lui fu immediatamente d’accordo. Cominciò così la loro ricerca sul lavoro di Edgar Allen Poe. Le qualità di Parsons quale ingegnere del suono e produttore vennero completate dalla profondità autoriale di Woolfson.
A seguito del grande successo di “Tales of Mystery and Imagination: Edgar Allan Poe” del 1976, Clive Davis, fondatore e Presidente della Arista Records, volò a Londra e mise immediatamente sotto contratto il gruppo nel terzo anno dalla loro formazione.
Avendo dedicato tutti loro studi all’opera di Poe, fu conseguenza quasi naturale dirigere la loro attenzione verso il lavori di fantascienza del grande Isaac Asimov. L’ispirazione arrivò da “I, Robot”, il libro di racconti brevi di Asimov del 1950. Il diritti del libro erano stati opzionati da una sociatà di cinema/TV ed è perciò che fu “persa” la virgola nel titolo dell’album degli APP. Nonostante ciò Asimov supportò pienamente i musicisti ed il loro concept. Nell’album, come le nuove note spiegano, “in una visione generale ci si chiede, da esseri umani, se potremmo essere o no programmati ed agire in modo robotico, oltre ad analizzare i pericoli dello sviluppo incontrollato di un’intelligenza artificiale”.
Come già fatto in precedenza per “Tales…”, per “I Robot” gli APP presero la direzione non convenzionale di utilizzare differenti cantanti per adattare al meglio le voci alle differenti composizioni. Gli artisti selezionati erano conosciuti, ma non tanto da essere al di fuori della loro portata di produttori “emergenti”.
Gli artisti ospiti del disco includono Lenny Zakatek dei Gonzalez (per “I Wouldn’t Want To Be Like You”); Jaki Whitren (per “Some Other Time”); Allan Clarke degli Hollies (per “Breakdown”); Dave Townsend (per “Don’t Let It Show”); Steve Harley dei Cockney Rebel (per “The Voice”).
I principali musicisti di “I Robot” includono i membri del gruppo Pilot: Ian Bairnson (chitarre), David Paton (basso), e Stuart Tosh (batteria), con Woolfson che sostituì Billy Lyall (che si era ammalato gravemente) alle tastiere. Per la produzione dell’album furono utilizzate molti strumenti all’avanguardia quali l’ENMS Synthi-A, un sintetizzatore analogico portatile (già sentito in “Dark Side Of The Moon”), un organo elettronico a canne portatile, una tastiera analogica chiamata Projectron (predecessore dei sampler digitali degli anni 80) e molto altro.
I brani extra del secondo disco della edizione Legacy Recordings di “I Robot” sono rarità e provini sinora mai pubblicati. Si sente un primo provino di un lento riff di sottofondo in “Breakdown”, come un backing track rough mix di “I Wouldn’t Want To Be Like You,” prima che venisse aggiunto l’esplosivo assolo di chitarra di Ian Bairnson. “The Naked Robot” è un medley da dieci minuti di vari mix di brani strumentali dell’album, e così via.
“I Robot” ricevette un enorme beneficio dal fatto che la pubblicazione avvenne solo una settimana dopo la prima nelle sale del primo film della saga di “Guerre Stellari”. Contrariamente a quanto si pensava, l’immagine del robot sulla copertina dell’LP non arrecò nessun danno – al tempo era probabilmente l’unico robot presente negli scaffali dei negozi di dischi. L’album scalò immediatamente le chart sino al numero 9 della classifica Billboard, raggiunse lo status Oro a settembre e Platino l’anno seguente. La realizzazione di “I Robot” segnò tutta la produzione musicale di Alan Parsons Project per il decennio che seguì la sua pubblicazione.
“Ho un ricordo preciso”, ricorda Parsons nelle nuove note dell’album. “Andai a vedere il film [Guerre Stellari] durante un viaggio promozionale per l’album a Chicago con Dennis Fine, il nostro amico che al tempo si occupava della promozione per la Arista. Il successo del film era al picco e ricordo di aver sentito il fragore entusiasta della folla che dentro il cinema vedeva lo spettacolo precedente. Era palese che il nostro tempismo fu perfetto – c’era tutta una nuova generazione di amanti della fantascienza. Io ero proprio lì con loro. Guerre Stellari resta ancora tra i miei primi tre film preferiti – anche Eric lo amava molto.”
I Robot: Legacy Edition (35° Anniversario) (Arista/Legacy)
CD One (album originale pubblicato nel luglio 1977) Tracklist: 1. I Robot (2nd single B-side) • 2. I Wouldn’t Want To Be Like You (1st single, Hot 100 #36) • 3. Some Other Time • 4. Breakdown • 5. Don’t Let It Show (2nd single, Hot 100 #92) • 6. The Voice • 7. Nucleus (1st single B-side) • 8. Day After Day (The Show Must Go On) • 9. Total Eclipse • 10. Genesis Ch.1 V.32
CD Two (materiale extra) Tracklist: 1. U.S Radio Commercial for I Robot • 2. Boules (I Robot Experiment) • 3. Hilary Western Soprano Vocal Rehearsal • 4. Extract 1 from The Alan Parsons Project Audio Guide • 5. Extract 2 from The Alan Parsons Project Audio Guide • 6. I Wouldn’t Want To Be Like You (Backing Track Rough Mix) • 7. Some Other Time – Complete vocal by Jaki Whitren • 8. Breakdown (Early demo of backing riff) • 9. Extract 3 from The Alan Parsons Project Audio Guide • 10. Breakdown – The Choir • 11. Don’t Let It Show (Eric Woolfson demo) • 12. Day After Day (Early Stage Rough Mix) • 13. Genesis Ch. 1 V. 32 – Choir Session • 14. The Naked Robot. (All tracks previously unreleased except tracks 2, 6, 8, 12, and 14.)