È un ritorno che sa di rinascita, quello di Neffa, sulla scia di un singolo, e di un album che ne ha ereditato il titolo, che dicono tanto, tantissimo, pur senza affannarsi o svociarsi troppo a farlo.
MOLTO CALMO è un album di “indolenza incendiaria”, per parafrasare Lucio Battisti in versione Panella. Nasce dalla capacità di far rinascere la propria forza interiore. È un disco frutto di un equilibrio ritrovato, quasi zen. In ogni caso è un lavoro che ha dell’incredibile per come sia nitido e definito nel raccontarsi e nel lasciar affiorare tutto il resto, il non detto, come un’enorme scenografia cinematografica.
Perché Neffa parla di sè ma racconta il mondo che abbiamo intorno, oggi. Parla d’amore finito ma celebra l’importanza dei sentimenti. Mette in mostra i limiti che ognuno ha dentro ma traccia una rotta di sopravvivenza che prevede poco bagaglio e tanta esperienza. Soprattutto mira dritto al cuore della questione, che è, per l’appunto, il cuore, auspicando un lieto fine per ogni vero viaggio.
Musicalmente “MOLTO CALMO” è un lavoro che mette al suo centro la consistenza e la profondità delle canzoni, per la capacità sempre costante di Neffa di migliorare nell’arte – che poi è una disciplina – del comporre musica e parole, dicendo sempre più con sempre meno.
Non ci sono featuring altisonanti – così di moda oggi – ad impreziosire questo disco, perché non ce n’era alcun bisogno. Ci sono piuttosto musicisti radicati nel suono di Neffa e un ospite come Terron Fabio dei Sud Sound System a rendere ancora più vibrante l’unico brano scritto a quattro mani del disco, Luce oro.
Ci sono le hit, su questo disco, a cominciare dalla title-track, davvero una canzone-manifesto come da tempo non se ne ascoltavano, e che ha avuto il merito di trascinare il pubblico delle radio e di regalare una nuova identità ad un artista che come pochi sa coniugare unico e molteplice. E poi ci sono il nuovo singolo, Quando sorridi, e una manciata di brani che singoli potrebbero diventarlo ugualmente: basta ascoltare la prima volta Dove sei, per rendersene conto, o la stessa Storie che non esistono, o brani dall’andamento più smooth come Mi manchi tu o hit inconsapevoli come Per sognare ancora. Ma citare solo questi brani sarebbe fare un torto a tutti gli altri, giacché “molto calmo”, lungi dall’essere “soltanto” una raccolta di hits, si ascolta proprio come un album, come un unico lavoro, un passaporto per una zona franca in cui sentirsi veramente se stessi, come mette bene in mostra l’ottimo artwork dell’album affidato al giovane designer Michele Franzese.
Impara a fare una cosa e cerca di farla meglio di tutti, diceva Chet Baker. Forse è così che nascono album come questo. Se Neffa, il cantante Neffa, ormai da anni ha intrapreso la strada del soul man, questo è senza dubbio il suo lavoro più soul.
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